… con voi - 2Cor 13,11-13 |
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi.
Salutatevi a vicenda con il bacio santo. Tutti i santi vi salutano.
La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.
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Fratelli, siate gioiosi |
Prendiamo per noi le parole che Paolo scrive a conclusione di questa lettera.Quando lo spirito coglie la gioia che viene da Dio, tutto il resto si trasforma in un inno di onore e di gloria per il Signore nostro Dio.
“La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia” (EG 1).
La gioia di cui parla san Paolo è una forza dinamica che entra nella vita per spingerla verso la perfezione e la pace. Nessuno di noi può presumere di essere perfetto, Paolo in questa sintetica formula di saluto ci svela la metodologia che è essa stessa perfezione: fatevi coraggio a vicenda e abbiate gli stessi sentimenti. Il raggiungimento della perfezione non è frutto di un impegno personale, di uno sforzo per arrampicarsi sulle alte vette della spiritualità quanto di un impegno di comunione e collaborazione. C'era tensione e sospetto reciproco nella comunità di Corinto che non favorivano certo la comunione neppure l’avere gli stessi sentimenti “sull'esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo” (Rm 15,5-6). Scrivendo agli Efesini Paolo parla degli stessi sentimenti del Signore che è venuto per servire e non per essere servito (Cfr. Ef 2,5-11). L’incoraggiamento deve essere frutto di amore che sgorga dal nostro cuore inserito in Cristo Gesù. |
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Salutatevi a vicenda con il bacio santo. |
… esprimete nel gesto "coinvolgente" e "compromettente" quel che vi lega al di là delle tensioni che vi dividono, lasciate che il gesto concreto psicologicamente vi porti l'uno verso l'altro.
Il saluto costringe, nella sua realtà visibile, il passaggio alla invisibilità sentimentale, dal gesto concreto alla dimensione spirituale. L’invito di Paolo al bacio santo è la ratifica dell’amore e il rinnovo del patto di comunione; è dissuasivo nei confronti di ogni insidia che possa manifestarsi. Non è il punto di arrivo per sentimenti consolidati ma la pedagogia per arrivarci.
Il termine greco usato per bacio, philemati, ha la stessa radice di amico, Philos, è chiaro come il bacio santo sia nella chiesa antica il segno del legame tra fratelli e sorelle in Cristo, un segno di comunione.
In questo nostro tempo si preferisce stare ad una certa distanza dagli altri, siamo malati di sospetto reciproco, chiusi ognuno nel proprio ambito difeso e custodito (pensiamo ai nostri appartamenti); diventa importante segnare fisicamente il nostro legame con i fratelli e sorelle in fede, manifestare vicinanza e solidarietà. I gesti umani di saluto prima, dopo e durante la liturgia hanno valenza psicologica, ci aiutano a interiorizzare, a manifestare, prima di tutti a noi stessi, i sentimenti di amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé (Gal 5,22). |
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Tutti i santi vi salutano. |
I Santi: chi sono? Dio è chiamato il Santo di Israele, in Isaia è proclamato: Santo, Santo, Santo (Is 6,3). Dio è il totalmente altro, la santità di Dio si fonda proprio nella sua alterità.
Nel libro del Levitico, Dio stesso invita il popolo “Siate santi, perché io, il Signore Dio vostro, sono santo” (Lv 19,2); è l’invito a diventare altro da se stessi, il senso più profondo della conversione. Il santo si definisce da Dio, non da concezioni umane o parametri terreni; la santità non è frutto dell’impegno o del sacrificio umano ma accoglienza del dono di Dio che ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna (Gv 3,16). Dunque sono i discepoli che sono con Paolo, probabilmente gli Efesini, che salutano i santi di Corinto. Anche noi possiamo dirci santi perché resi tali dalla Grazia di Cristo. |
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La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. |
Questa benedizione finale , nella sua brevità, è la più completa di tutto il Nuovo Testamento per la sua dimensione trinitaria. Paolo afferma sui Corinzi quanto più essenziale per la salvezza, ne indica la fonte, descrivendo le Persone della Trinità.
Il verbo siano è una aggiunta della traduzione italiana, nel greco non c’è il verbo: l’espressione non è augurale o prospettica ma una dichiarazione di fatto; anche il saluto liturgico latino Dominus vobiscum (Il Signore con voi) ha subito la stessa aggiunta con una certa alterazione del senso.
La grazia del Signor Gesù Cristo è il dono senza del quale non si riesce essere cristiani. Cristo nella morte e resurrezione ci ha liberati dalla schiavitù del peccato. Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà (2Cor 8,9).
L'amore di Dio è l’origine della salvezza, non possiamo comprendere l’evento pasquale se non come frutto dell’amore abbondante del Padre (vedi ancora Gv 3,16) riversato in coloro che credono (Cfr Rm 5,5).
La comunione dello Spirito Santo attesta che siamo figli di Dio nel colloquio profondo tra lo Spirito col nostro spirito (Cfr Rm 8,16) e ci fa riconoscere come fratelli. |